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Transizione energetica: in cosa consiste e quali sono gli obiettivi

19 Aprile 2023

La transizione energetica rappresenta l’elemento chiave per contrastare i cambiamenti climatici e raggiungere l’obiettivo della Carbon Neutrality entro il 2050. Cosa prevede esattamente la transizione energetica e a che punto è la decarbonizzazione a livello europeo e nazionale?

Che cos’è la transizione energetica e cosa prevede la decarbonizzazione?

Per transizione energetica si intende il passaggio dall’utilizzo di fonti energetiche basate sui combustibili fossili a quello incentrato su energie rinnovabili a basse o zero emissioni di carbonio.

Il processo di decarbonizzazione prevede l’elettrificazione dei consumi finali, compresi i trasporti e la digitalizzazione della rete, per migliorare l’efficientamento energetico, ma non solo: è necessario operare un vero e proprio cambio di paradigma, che coinvolga tutta l’economia e la società.
Oltre all’energia rinnovabile, quindi, la transizione energetica comprende altri aspetti che concorrono allo sviluppo sostenibile a livello mondiale.

Elettrificazione

Ad oggi, nell’elettrificazione dei consumi finali, la sfida maggiore è quella che riguarda i settori Hard to Abate (industria pesante, navigazione marittima, aviazione), legati fortemente ai combustibili fossili e più difficili da convertire. Su questo fronte la soluzione potrebbe essere l'idrogeno verde, un vettore energetico completamente ecosostenibile, se prodotto con fonti rinnovabili, a basse emissioni di CO2.

Digitalizzazione

Il processo di digitalizzazione trasforma il modo in cui l’energia viene prodotta, gestita e distribuita. Sono già in funzione impianti di generazione dell’energia elettrica in parte automatizzati, i cui software innovativi monitorano e segnalano gli interventi manutentivi in anticipo, migliorando l’efficienza e la produttività. Questi programmi sono realizzati con sistemi di machine learning, che consentono un aggiornamento continuo e automatico.

Un altro frutto della digitalizzazione dell’energia sono le smart grid, reti intelligenti che garantiscono la decentralizzazione e una maggior flessibilità delle reti elettriche. Questo tipo di innovazione cambia anche i sistemi di distribuzione delle fonti rinnovabili e presuppone un ruolo più attivo del consumatore che può gestire da remoto i propri sistemi di sicurezza e diventare un prosumer (dall'unione di consumer, consumatore, e producer, produttore), e contribuire a produrre energia pulita.

Economia e società

Come accennato precedentemente, i vantaggi derivati dalla transizione energetica non sono solo di carattere ambientale, ma riguardano anche l’economia e la società.
Le opportunità sono diverse, sia per quanto riguarda il benessere economico, sia la crescita dell’occupazione, con la nascita di nuove figure professionali legate all’approccio green e alla riqualificazione di alcuni ruoli specializzati da riconvertire in altri settori.

L’obiettivo è costituire un'economia circolare, che si traduce nella riduzione dell’impatto ambientale, nella sostenibilità dei processi di produzione e in una maggior attenzione allo sfruttamento delle risorse umane e di ridistribuzione delle ricchezze.

Una condizione di primaria importanza per il progresso della transizione è che questa avvenga su tutti i livelli e in ogni parte del mondo, solo così sarà realmente efficace.

I pro e i contro della transizione energetica

Se si dovessero indicare i pro e i contro della transizione energetica non ci sarebbero molti dubbi a questo punto sui benefici apportati a livello ambientale, economico e sociale.
I contro che invece si possono segnalare sono:
  • i costi per l’adeguamento delle sovrastrutture e delle infrastrutture necessarie al cambiamento;
  • la diseguaglianza nel progresso della transizione nei Paesi più poveri del pianeta.

Se le spese sostenute e da sostenere in futuro dai vari Stati si giustificano in qualità di investimenti per un guadagno successivo assai più cospicuo (sia in termini di profitto sia di risparmio energetico), il secondo punto deve essere un argomento di discussione per riequilibrare la situazione attuale.

I progressi nella realizzazione degli obiettivi prefissati sono discontinui e non abbastanza celeri, specialmente per quanto riguarda alcune parti del mondo, come l’Africa subsahariana. Questo divario si riflette anche nei danni ambientali, che sono più consistenti proprio in aree già molto povere e poco attrezzate a contrastarli.
È fondamentale che la tecnologia e il progresso vengano condivisi in tutti i Paesi e che l’impegno politico sia reale sia a livello di finanziamenti (come il fondo Loss & Damage istituito dalla Cop27 a sostegno dei Paesi più poveri e in via di sviluppo per i danni causati dai cambiamenti climatici) sia di competenze e innovazioni per trasferire in modo più efficace tutte le risorse energetiche. Qual è invece la situazione dell'Italia in particolare?

La transizione energetica in Italia: i dati del 2022 e i progetti in corso

I dati del 2022 sulla transizione energetica in Italia non sono incoraggianti: l’ultima analisi di ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) indica infatti un calo del 54% dell’ISPRED, un indice che sintetizza i tre punti chiave della transizione, costantemente monitorati:

  • Prezzi: “Nel 2022 il prezzo dell’elettricità per un’impresa con consumi medio-bassi è stato mediamente maggiore di circa il 90% rispetto al prezzo 2021, e pari a quasi il doppio del precedente massimo storico; mentre nel caso del gas il prezzo medio è stato circa doppio di quello 2021 e maggiore di circa l’80% rispetto al precedente massimo storico”.
  • Decarbonizzazione: nonostante il calo dei consumi di energia, nel 2022 le emissioni di CO2 italiane sono aumentate, allontanando ancor più gli obiettivi fissati per il 2030. Sarà fondamentale, infatti, che nei prossimi otto anni si registri una riduzione media annua di oltre il 5%, un tasso quasi triplo di quello che era necessario nel 2019. La nota positiva riguarda la crescita di un punto percentuale della quota di Fonti di energia rinnovabile sui consumi finali (al 20%), grazie alla discesa di questi ultimi.
  • Sicurezza: il regresso per quanto riguarda il dato sulla sicurezza energetica è stato più modesto. Infatti la risposta alle crisi parallele dei mercati del gas e dell’elettricità ha salvaguardato più la Sicurezza del sistema, “pur al costo di un forte ma temporaneo peggioramento sulle dimensioni Decarbonizzazione e Prezzi dell’energia”.
Lo scorso anno ha visto però anche un progresso dell’Italia nel settore della mobilità elettrica:
“[…] si delinea per il paese un’emergente specializzazione nell’auto elettrica (con un maggior vantaggio tecnologico per i veicoli ibridi rispetto agli elettrici) e una riduzione dello svantaggio tecnologico in batterie e accumulatori per la mobilità e nei sistemi di ricarica)”.
Oltre a ciò sono in partenza diversi progetti nazionali che contribuiscono alla transizione energetica basata sulle rinnovabili.
Enel per esempio farà partire in questi mesi diversi cantieri per la realizzazione di nuovi sistemi di accumulo a batterie (BESS, Battery Energy Storage System) che garantiscono stabilità e sicurezza alla rete elettrica nazionale. L’obiettivo è rendere i nuovi impianti operativi entro il 2024 in tutta Italia: Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Lazio, Umbria, Toscana e Sardegna.

Transizione energetica: le iniziative dell’Europa

La transizione energetica in Europa fa parte del pacchetto Green Deal, l'insieme delle iniziative a livello europeo da portare avanti per raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050. Queste iniziative sono legate a diversi temi (clima, ambiente, energia, trasporti, industria, agricoltura, finanza sostenibile) e coinvolgono pertanto molti settori.
All’interno di queste iniziative è stato istituito anche il pacchetto “Pronti per il 55”, in cui si trovano proposte per volgere in normativa i piani del Green Deal e allineare la legislazione dell’Unione Europea ai suoi obiettivi climatici.
Con “Pronti per il 55” l'Unione Europea e i suoi Stati membri si impegnano a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, e la normativa europea sul clima trasforma questo obiettivo in un obbligo giuridico.
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Ma quali sono i costi della transizione energetica a livello europeo?
Il piano di investimenti proposto dall'UNECE (United Nations Economic Commission for Europe) prevede un costo complessivo di 45.000 miliardi di dollari:
  • 24% per l'efficientamento energetico;
  • 19% per le energie rinnovabili (più del doppio rispetto allo scenario attuale);
  • il 28% per trasmissione, distribuzione e storage;
  • il 6% sul nucleare (più di sei volte gli attuali investimenti).

Inoltre, i fondi per l'estrazione e il processamento di combustibili fossili andrebbero ridotti a circa un terzo, e il 52% dell'energia totale dovrà derivare dalla produzione di energia elettrica.

Gli ambiti di intervento per portare a compimento la transizione energetica sono diversi e gli obiettivi ambiziosi, ma la strada è già tracciata. L’urgenza e la necessità di raggiungere i traguardi prefissati devono essere le motivazioni principali per tutte le iniziative che compongono questo percorso.>
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Team Circular Mobility

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