Già oggi, deve essere impegno comune quello di fare cultura sui temi della sostenibilità, a tutti i livelli: pubblico, privato, individuale. In quest’ottica, la mobilità  dovrà essere percepita sempre più come un servizio, superando il concetto di proprietà, incentivando e implementando servizi come car sharing, car pooling, pay per use e favorendo un ricambio virtuoso del parco circolante.

Non sono le persone a doversi adattare alle tecnologie, ma la tecnologia deve essere calibrata per supportare al meglio specifiche esigenze di mobilità, attraverso APP e sistemi per integrare i servizi di mobilità urbana e creare connessioni agili tra i diversi mezzi di trasporto.

Un vero cambiamento può essere attuato solo in modo olistico, facendo sistema tra i diversi attori della filiera e non. Per questo, è necessario che le parti coinvolte dialoghino tra loro (istituzioni, aziende, comunità, cittadini) attraverso tavoli tecnici ed incontri che facciano da ponte tra pubblico e privato e promuovano un nuovo modello di mobilità.

L’Unione Europea ha confermato la decisione di porre uno stop ai motori endotermici entro il 2035, un’iniziativa compresa nel pacchetto di norme “Fit for 55”. Il nostro obiettivo è quello di promuovere un confronto ad alto livello tra tutti gli attori del settore automotive e le istituzioni per rendere sostenibile questo passaggio di transizione. Una sostenibilità, per esempio, rispetto alla riconversione degli impianti industriali e produttivi, ai bisogni concreti delle aziende e delle persone, alla conformazione dei territori, favorendo al contempo il re-skilling e up-skilling delle risorse.

Questo modello mette sempre al centro l’utente per garantirgli la costante sicurezza di ottenere un servizio di qualità, grazie ad alti standard di regolamentazione, e un’assistenza di alto livello per la gestione del mezzo.