Motore a idrogeno, come funziona? Due tipologie, HICEV E FCEV
Un veicolo a idrogeno è dotato di un motore in grado di convertire l'energia chimica dell'idrogeno in energia meccanica. Ad oggi, questo processo può avvenire in due modi:
- Bruciando l’idrogeno tramite un motore a combustione interna – modalità che viene definita HICEV, acronimo dall’inglese “Hydrogen Internal Combustion Engine Vehicle”;
- Creando una reazione di idrogeno e ossigeno tramite una pila a combustibile - modalità definita FCEV sempre dall’inglese “Fuel Cell Electric Vehicle”. Una pila a combustibile, detta anche “cella a combustibile” da fuel cell, è un dispositivo elettrochimico che genera elettricità senza che avvenga alcun processo di combustione termica.
Il motore a idrogeno, al contrario di quello a benzina, consente di ridurre quasi totalmente le emissioni di composti di carbonio, sostituendoli con vapore acqueo.
Come funziona un'auto a idrogeno
I pro e i contro delle auto a idrogeno
Implementare l’utilizzo dell’idrogeno, e in generale la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, avrebbe un impatto positivo sul mercato nazionale e internazionale, andando ad incidere positivamente non solo sulle richieste nuove, ma anche sulla capacità di far fronte alla domanda interna ed estera già presente, consentendo agli Stati di ridurre l’importazione di energia elettrica proveniente da combustibili fossili, con un notevole vantaggio per l’economia e per l'impatto ambientale.
Tra gli altri vantaggi, le auto a idrogeno sono ancora più leggere di quelle elettriche, hanno un’autonomia superiore e richiedono tempi di ricarica più brevi.
Auto a idrogeno: la situazione in Italia
Nel processo di transizione ecologica, la mobilità alternativa a idrogeno e in generale l'adozione di veicoli a idrogeno in Italia è poco sviluppata, si parla solo dell’1%, quindi una percentuale molto bassa, anche rispetto a Paesi come Stati Uniti o Giappone.
Elemento chiave per incentivare l’utilizzo dell’idrogeno – dunque la richiesta di veicoli a idrogeno – è la creazione di generatori/distributori di idrogeno. Infatti, non si può non considerare che ad oggi (ottobre 2022) i distributori di idrogeno in Italia sono solamente sei. Tuttavia, per soddisfare la domanda crescente, entro il 2025 saranno costruite 197 stazioni di rifornimento. Di queste 141 saranno destinate alle auto e 56 agli autobus, già presenti in alcune città italiane insieme a flotte di autobus elettrici.
Importante sottolineare la necessità di realizzare distributori che forniscano idrogeno proveniente da fonti di energia rinnovabili: un fattore essenziale per lo sviluppo di una Green Economy e per non generare ulteriori sprechi di energia elettrica proveniente dalla combustione di materie fossili.
Il campo delle sperimentazioni, tuttavia, è aperto. In particolare, Punch Torino e AVL Italia hanno già realizzato il prototipo del primo motore alimentato a idrogeno costruito nel nostro Paese che sarà pronto per la fase di installazione nel 2023, come racconta La Stampa in questo articolo.
Per incentivare l’utilizzo dell’idrogeno in Italia è intervenuto anche il MISE con il Piano Nazionale di Sviluppo Mobilità idrogeno Italia. Il piano fissa come obiettivo il raggiungimento di una quota di idrogeno del 20% entro il 2050 contro l’1% attuale. Un contributo fondamentale alla crescita dell'idrogeno verrà dato anche delle misure previste dal PNRR - Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Recovery Plan).
Con queste risorse, lo scenario italiano si prevede possa crescere fino ipotizzare le 27.000 unità di auto FCEV vendute entro il 2025.
Un obiettivo tanto ambizioso quanto essenziale nel percorso condiviso verso lo Sviluppo Sostenibile, che comprende anche un’altra concezione della mobilità, in cui l’energia viene impiegata in modo oculato e “circolare”, senza sprechi e producendo sempre meno emissioni.
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