Il trasporto marittimo è responsabile del 3% delle emissioni totali di gas serra, in ragione di una vasta flotta di navi mercantili che muovono il 90% delle merci di tutto il mondo. I biocarburanti risultano, ad oggi, la soluzione più immediata per la transizione ecologica del settore, ma è assai probabile che in futuro le navi avranno alimentazioni differenti a seconda dello scopo.
Sono questi i risultati dello studio “La rotta verso il net zero. Insieme per decarbonizzare il settore marittimo”, condotto da Eni, in collaborazione con Assarmatori e Confitarma. Vediamolo insieme.
Le alimentazioni possibili
Ad oggi esistono diverse alimentazioni per il trasporto marittimo, più o meno green. Il GNL (Gas Naturale Liquefatto), secondo le previsioni del gruppo di lavoro, dovrebbe essere la soluzione che rimarrà più a lungo sul mercato, grazie ad un progressivo aumento della domanda. I biocarburanti, inoltre, rappresentano la soluzione più efficiente nel breve-medio termine, ma nei prossimi anni cederanno gradualmente il posto a combustibili più sostenibili. Il metanolo, ad esempio, in prospettiva futura dovrebbe vedere una crescita rilevante, anche grazie alla facilità di gestione e immagazzinamento. L’ammoniaca invece sconta ancora oggi diversi problemi legati soprattutto alla tossicità, ma tra 15 anni potrebbe superare i consumi sia di GNL sia di metanolo. L’idrogeno infine rappresenta una delle incognite (e opportunità) maggiori sul futuro dei trasporti marittimi: le criticità principali riguardano il basso contenuto di energia, la difficoltà di immagazzinarlo allo stato liquido, il costo e la disponibilità. In ogni caso, siamo ancora molto lontani dal traguardo della transizione del trasporto marittimo come spiega Mario Mattioli, Presidente Confitarma e Federazione del Mare: “Nel settore del trasporto marittimo bisogna fare ancora tanti passi avanti. Molti pensano che la transizione non voglia essere fatta perché costosa. La tassa che punisce l’utilizzo dei carburanti fossili è impensabile se non esiste un’alternativa a questi combustibili”.
Le navi a doppia alimentazione
Nell’ultimo anno le navi a doppia alimentazione hanno conquistato una fetta sempre maggiore di mercato. La ragione principale è che c’è grande incertezza tra gli armatori e gli altri operatori riguardo quali saranno le tecnologie e i carburanti del futuro.
Per questo motivo, sono sempre di più gli armatori che preferiscono acquistare imbarcazioni bifuel: alimentazioni che utilizzano vettori green liquidi o gassosi. “Più del 90% della flotta mondiale è alimentata da fuel tradizionale. Da tempo ripetiamo che siamo pronti ma oggi noi andiamo a reperire il mercato che è disponibile. Anche per questo motivo, gli ordini di navi bifuel stanno crescendo sia in numero sia in tonnellaggio”, ha affermato Stefano Messina, presidente Assoarmatori, che aggiunge: “La flotta attuale continuerà a navigare nei prossimi anni per un periodo medio lungo. Pensiamo che il biocombustibile sia la soluzione per abbattere le emissioni senza comportare stravolgimenti tecnici e mantenendo la capacità degli attuali componenti tecnici”.
Gli obiettivi dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO)
Gli obiettivi più ambiziosi per affrontare le emissioni nocive nel settore dei trasporti marittimi internazionali, uno dei più complicati da decarbonizzare, sono stati recentemente fissati all’unanimità dagli Stati membri dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO), l’agenzia delle Nazioni Unite incaricata di sviluppare standard globali per il trasporto marittimo, sostenere i Paesi nell’attuazione delle norme, e responsabile per la prevenzione dell’inquinamento causato dalle navi.
La strategia prevede un obiettivo intermedio definito in una riduzione del 40% delle emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 2008. I Paesi membri hanno anche concordato una serie di “punti di controllo indicativi” per ridurre le emissioni di almeno il 20%, puntando al 30%, entro il 2030 e almeno il 70%, puntando all’80%, entro il 2040, raggiungendo lo zero netto entro il 2050, se “le circostanze nazionali lo consentono”.
Per raggiungere tali obiettivi, l’IMO si impegna anche a promuovere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie pulite nel settore marittimo. Ciò significa incentivare l’uso di combustibili a basso tenore di zolfo, come il GNL, l’idrogeno verde e le celle a combustibile.