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Economia Circolare, l’Italia è al primo posto in Europa

4 Luglio 2023

Tra le prime cinque economie dell’Unione europea, l’Italia è il paese leader della circolarità. Lo afferma la quinta edizione del Rapporto Nazionale sull’Economia Circolare, realizzato dal Circular Mobility Network, in collaborazione con Enea e con il patrocinio di numerosi enti nazionali e internazionali. Lo studio, tuttavia, segnala anche come, nel corso degli ultimi cinque anni, il tasso di circolarità nell’economia globale stia diminuendo ed è passato dal 9,1% al 7,2%. Il nostro Paese, coinvolto proprio dal processo diminuzione della circolarità, sta accorciando il proprio distacco verso gli altri Paesi europei, pur mantenendo il primato.  

Vediamo insieme quali sono i punti di forza del Belpaese in tema di circolarità, quale il posizionamento rispetto agli altri Paesi e verso quali pratiche sostenibili sta virando l’attenzione degli italiani.

Il Rapporto Nazionale sull’Economia Circolare

Il rapporto prende in considerazione sette indicatori:

  • il tasso di riciclo dei rifiuti;
  • il tasso di utilizzo di materia proveniente da riciclo;
  • la produttività delle risorse;
  • il rapporto fra la produzione dei rifiuti e il consumo di materiali;
  • la quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo di materiali;
  • la quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo totale lordo di energia;
  • la riparazione e il consumo di suolo.

Per ognuno di questi fattori, gli esperti del Circular Mobility Network hanno assegnato da 0 a 5 punti, a seconda delle performance dei Paesi coinvolti. L’Italia ha raggiunto ottimi risultati (5/5) nel riciclo dei rifiuti e nella produttività delle risorse. Mentre ha registrato una performance decisamente insufficiente (1/5) nel rapporto tra rifiuti e consumo di materiali e nel consumo di suolo. In ogni caso, l’Italia, forte dei suoi 20 punti, ha conquistato il primo posto, mentre la Spagna (19) e la Francia (17) hanno chiuso il podio staccando Germania (12) e Polonia (9).

Ad ogni modo, i dati riportati dal rapporto indicano un peggioramento dell’indice globale di circolarità dell’economia mondiale, passato dal 9.1% del 2018 all’8.6% del 2020. Le stime per l’anno corrente parlano di un assestamento intorno al 7,3%. Il processo ha riguardato l’Italia più di altri Paesi europei: Il tasso di utilizzo circolare di materiali in Italia rilevato nel 2021 è del 18, 4% contro l’11,75% della media dell’Ue, in arretramento dal 20,6% nel 2020. Per quanto il Belpaese resti al primo posto tra le grandi economie del vecchio continente per circolarità della sua economia, la Spagna si sta avvicinando sensibilmente.

L’importanza dell’usato e dello sharing

Nel rapporto del Circular Economy Network è emersa una certa consapevolezza da parte degli italiani sull’importanza dell’Economia Circolare. Il 70% dei cittadini ritiene che l’acquisto di un prodotto usato ricondizionato o rigenerato comporti benefici ambientali con minor consumo di risorse e minore produzione di rifiuti. Tuttavia, il 31% considera questi prodotti difficili da trovare, meno affidabili (36%) e meno duraturi (46%). Non mancano, inoltre, i pregiudizi nei confronti di questo sistema produttivo e di consumo: un italiano su quattro associa l’acquisto di merce usata a un basso status sociale.

Lo studio segnala anche una crescente attenzione allo sharing da parte degli italiani. Sia il Noleggio, sia lo sharing e il leasing sono servizi ancora utilizzati da una minoranza della popolazione: rispettivamente il 26% nel primo caso e il 15% negli altri due. Di positivo c’è che la situazione sembra destinata a migliorare. L’82% degli italiani si dice pronto ad acquistare beni usati, il 64% a noleggiare un prodotto e il 52% a condividerne l’impiego.

Un’urgente inversione di tendenza

Gli analisti segnalano che ogni anno l’economia globale brucia oltre cento miliardi di tonnellate di materiali, una quota destinata a raddoppiare entro la metà del secolo. In molti casi si tratta di risorse scarse per cui un’inversione di tendenza contribuirebbe a migliorare le condizioni del pianeta, contribuendo a frenare il riscaldamento globale. “Se il costo delle materie prime e delle risorse aumenta, la circolarità è una risposta concreta alla crisi. Per questo è fondamentale dotarci di tutti gli strumenti utili per sviluppare pienamente l’economia circolare”, ha detto Edo Ronchi, presidente del Circular economy network.

In gioco ci sono anche implicazioni geopolitiche, come sottolineato da Roberto Morabito, direttore del Dipartimento Enea di Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali “L’Italia importa oltre il 99% di materie prime critiche, mostrando una dipendenza dall’estero ancora più drammatica di quella europea”.

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Team Circular Mobility

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