Raggiungere la piena
circolarità del settore automotive accrescerà la redditività del mercato di
tutta la catena del valore del 50%. È questa la base su cui si sviluppa la
ricerca pubblicata da Accenture –
azienda leader a livello globale nel settore dei servizi professionali, che
fornisce una vasta gamma di servizi e soluzioni nei settori strategy,
consulting, digital, technology e operations – in partnership con il World Economic Forum e il World Business Council for Sustainable
Development. “Driving
Ambitions: The Business Case for Circularity in the Car Industry”
propone infatti un nuovo modello di economia circolare che possa fungere da
supporto allo sviluppo di una mobilità non solo più attenta all’ambiente ma
anche più redditizia per il mercato.
Di seguito, analizzeremo i punti salienti.
“Driving Ambitions: The Business Case for Circularity in the Car Industry”: i punti salienti
Come ha affermato Teodoro
Lio, Consumer & Manufacturing Industries Lead di Accenture Italia,
Europa Centrale e Grecia: “Il mondo automotive
sta vivendo la più profonda trasformazione dalla sua nascita, con la
combinazione di elettrificazione, trasformazione dell’esperienza di mobilità e
transizione verso la sostenibilità”. Proprio in questo momento di
transizione è necessario che tutti gli attori della filiera debbano riformulare
la propria visione strategica, modelli di business e operating model per far sì
che la circolarità non solo sia la chiave per indirizzare loro verso nuove
sfide, ma anche che possa migliorare la resilienza della catena del valore.
Adottare un modello di economia circolare, infatti, può
essere un incentivo a ridurre i volumi
di vendita delle automobili concentrando le risorse sui servizi e sul miglioramento delle prestazioni del ciclo
di vita del prodotto e aumentandone la crescita dei ricavi.
In parallelo, un altro elemento della circolarità che può
aiutare il settore automobilistico a ottimizzare l’intera value chain è l’adozione di modelli as-a-service che
potrà migliorare l’impatto di
sostenibilità e in parallelo aumenterà il value pool per veicolo.
Il modello circolare, inoltre, pone le Case automobilistiche
e i fornitori nella condizione di poter superare i loro attuali modelli di
business e trovare delle alternative più efficienti che ne possano addirittura migliorare la reddittività del 50% e
produrre dei ricavi superiori al prezzo
di vendita iniziale da 15 a 20 volte per singola unità di veicolo. Questi
risultati sono però raggiungibili solo abbracciando un tipo di business
“as-a-service” e di servizi di rigenerazione, riparazione e riciclo degli
elementi che compongono le vetture.
Attualmente, tuttavia, il modello di mobilità più diffuso è
sicuramente quello legato alla proprietà del mezzo e al suo mantenimento
“inattivo” per la maggior parte del suo ciclo di vita: il maggior beneficio del
modello “as-a-service” è infatti l’utilizzo intensivo del veicolo che può
garantire dei vantaggi non solo dal punto di vista del business ma anche di
sostenibilità ambientale.
Ciò che aiuterebbe a sviluppare in minor tempo un tipo di
modello sostenibile come quello circolare, è sicuramente un cambiamento di mindset
delle persone legato alle proprie preferenze di mobilità e la scelta di un
nuovo approccio access-based, legato non più al desiderio di possedere un mezzo
proprio, bensì di soddisfare completamente i bisogni di mobilità, che
prescindono dalla proprietà del veicolo. In parallelo, questo tipo di cambiamento
gioverebbe anche alla produzione e alla vendita attraverso l’efficientamento della struttura dei costi
di materie prime riciclate e di una produzione più standardizzata nella
modularità e nei veicoli appositamente costruiti.
Come raggiungere la circolarità: i passaggi da seguire per il settore automotive
Come ha dichiarato Pedro
Gomez, Responsabile di Shaping the Future of Mobility e membro del Comitato
esecutivo del World Economic Forum: “la
trasformazione dei modelli di business e delle operations da lineari a
circolari e la creazione di nuovo valore aziendale attraverso la circolarità
rappresentano un vero e proprio cambiamento di paradigma per la maggior parte
dei player. Pertanto, è necessario che tutti gli stakeholder dell’ecosistema
lavorino insieme per ripensare e riprogettare le loro strategie relative alla
produzione e alla supply chain, dalla vendita alla distribuzione, fino al
riutilizzo, riciclo e rigenerazione dei veicoli”.
È la stessa Accenture ad aver presentato un business case in cui si delineano i
diversi passaggi che il mercato automotive dovrà mettere in atto per
raggiungere la piena circolarità:
Cosa succederà in futuro: i possibili scenari
Un altro elemento interessante della ricerca è la
descrizione dei diversi scenari di trasformazione che un cambiamento del
business proiettato verso la circolarità porterebbe all’interno della value
chain.
Un primo scenario vede i singoli player adattare gradualmente il loro attuale modello operativo
alla strategia della “circular car”, dunque con una prospettiva più
conservativa e sviluppata in base alle decisioni delle singole aziende.
Un secondo scenario, invece, è più “visionario” ottenuto
tramite fusioni e acquisizioni, o forti
investimenti nella creazione di nuove capability aziendali. Di fatto, la
transizione verso un modello economico da lineare a circolare, nei primi di 3-5
anni, avrà sicuramente un impatto sulle redditività causato dagli investimenti
necessari per costruire un’infrastruttura adeguata e per sviluppare dei
meccanismi tecnologici capaci di sostenere la circolarità del business. Passata
questa fase iniziale, tuttavia, è stimato che la redditività non solo ritorni ai
livelli precedenti al cambiamento ma che addirittura possa ulteriormente
aumentare.
Secondo la ricerca, la circolarità ha certamente un prezzo
da pagare che, però, non sarà così alto come quello che si spenderebbe “rimanendo
fermi” nello scenario attuale. In parallelo, un sistema circolare migliorerebbe
anche le attività e i servizi già esistenti, soprattutto quelli dei settori del
leasing, car sharing e mobilty as-a-service. Questi modelli di business,
infatti, traendo profitto dal mantenimento della proprietà dei veicoli per
l’intero ciclo di vita, naturalmente ingloberanno tutte le ottimizzazioni dei
costi e dei ricavi della circolarità all’interno del business case.
L’adozione di un modello economico circolare, infine, supera
nettamente i limiti dell’attuale modello industriale del comparto automotive,
poiché sposta il focus di attenzione sulla massimizzazione delle prestazioni e
dei costi delle automobili.